Kendo: Gli insegnamenti di spada di un maestro zen samurai by Takuan Soho

Kendo: Gli insegnamenti di spada di un maestro zen samurai by Takuan Soho

autore:Takuan Soho [Soho, Takuan]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Philosophy, Zen, Sports & Recreation, Martial Arts & Self-Defense
ISBN: 9788858827703
Google: 2SSvDQAAQBAJ
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2017-03-14T23:00:00+00:00


Ciò che viene chiamato desiderio non è semplicemente attaccamento alla ricchezza, o pensare solo all’argento o all’oro.

Quando l’occhio vede i colori, questo è desiderio.

Quando le orecchie odono i suoni, questo è desiderio.

Quando il naso odora i profumi, questo è desiderio.

Quando sorge anche solo un pensiero, questo è desiderio.

Questo corpo è stato prodotto e consolidato dal desiderio, ed è nella natura delle cose che tutti gli uomini siano affetti dal desiderio.

Anche se dentro questo corpo esiste una natura priva di desideri, essa è sempre trattenuta dalle emozioni ed è arduo far sorgere la sua virtù. È arduo proteggere questa natura, in quanto interagisce con le Diecimila Cose del mondo esterno ed è trattenuta dai Sei Desideri e sommersa da questi.

Il corpo è composto dai cinque skandha: forma, sensazioni, percezioni, volizione e coscienza.

La “forma” è il corpo, la carne.

Le “sensazioni” sono le sensazioni del corpo, del bene e del male, del giusto e dello sbagliato, della gioia e della tristezza, della sofferenza e del piacere.

Le “percezioni” indicano ciò che si predilige.

La “volizione” significa l’azione del corpo in base ai sentimenti e alle percezioni, ovvero odiare la sofferenza e ricercare il piacere, odiare il male e agire a beneficio di se stessi.

La “coscienza” è la discriminazione tra il bene e il male, ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, la sofferenza e il piacere, la gioia e il dolore. Attraverso la coscienza, sappiamo che il male è male, che il bene è bene, che la sofferenza è sofferenza e che il piacere è piacere.

Poiché la coscienza discrimina e formula pregiudizi, rifiuta ciò che è sgradevole e aderisce al bello, questo corpo carnale agisce in base ai suoi impulsi.

Poiché esiste il corpo, esiste lo skandha delle sensazioni.

Poiché esiste lo skandha delle sensazioni, esiste lo skandha delle percezioni.

Poiché esiste lo skandha delle percezioni, lo skandha della volizione entra in azione.

Poiché lo skandha della volizione entra in azione, esiste lo skandha della coscienza.

A causa dello skandha della coscienza, noi discriminiamo fra bene e male, giusto e sbagliato, brutto e bello, facciamo sì che nascano pensieri di accettazione e rifiuto e, appena nascono questi pensieri, nasce il corpo.

È come il riflesso del sole e della luna nelle pozzanghere.

Il Buddha ha spiegato che “la manifestazione della forma in risposta al mondo materiale è come la luna in mezzo all’acqua”.

Forma, sensazioni, percezioni, volizione, coscienza – e tornando poi dalla coscienza alla forma – questi cinque skandha si consolidano sempre più; la loro unione in accordo con i Dodici Anelli della Catena dell’Esistenza, avendo ricevuto questo corpo, inizia con un singolo pensiero nella nostra coscienza.

La coscienza è quindi desiderio. Questa coscienza, che è desiderio, genera il corpo formato dai cinque skandha.

Poiché l’intero corpo è qualcosa di rafforzato dal desiderio, non appena viene sfiorato dalla punta di un dito o non appena viene toccato dalla punta di un piede o non appena gli viene strappato un singolo capello, nascono pensieri di desiderio, sempre, invariabilmente. L’intero corpo è pervaso dal desiderio.



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